Sicurezza ascensori: controlli e interventi mirati con Elti
Chi non si è mai interrogato sulla sicurezza degli ascensori? Il timore che l’elevatore si blocchi o precipiti non è poi così raro, eppure il rischio che succeda un incidente grave è irrisorio, sempre che si dia la giusta importanza ad una corretta e scrupolosa manutenzione.
Secondo Assoascensori, l’Italia detiene il primato mondiale di elevatori installati, con più di 900mila impianti che ogni giorno effettuano circa 100 milioni di corse. Il problema è rappresentato dalla loro anzianità. Almeno il 60% di quelli in funzione è al lavoro da più di 20 anni e quasi il 40% da oltre 30, per un totale di circa 700mila impianti installati prima dell’entrata in vigore della Direttiva ascensori del 1999 e, quindi, realizzati seguendo normative con standard di sicurezza meno stringenti.
Secondo l’associazione aderente ad Anie Confindustria, nel 2012 gli incidenti in cui sono stati coinvolti utenti e addetti ai lavori sono stati più di 1.300 su quasi 1 milione di impianti esistenti, utilizzati nel nostro Paese. Al primo posto tra gli incidenti, un terzo è causato dal dislivello tra la cabina e il piano, perché la precisione dell’arresto è insufficiente. Segue l’urto con le porte che si chiudono troppo presto, soprattutto nel caso di persone anziane o quando si verifica un malfunzionamento delle fotocellule che regolano la chiusura delle porte.
Da tutto ciò si deduce che l’ammodernamento degli impianti esistenti con le nuove tecnologie e la sostituzione delle parti che hanno raggiunto la loro fine vita tecnica garantirebbero la sicurezza degli utenti. La rivista Condominio sostenibile e certificato ha seguito un esperto nel suo lavoro di controllo degli ascensori in tre condomini romani. L’Ente incaricato è Elti, con il suo direttore tecnico Luigi Clementi, impegnato in un intervento di verifica straordinaria, in ottemperanza dell’art. 14 Dpr 162/99.
L’ingegnere nella sua visita precedente aveva redatto un verbale con esito negativo, avendo riscontrato situazioni che non garantivano la sicurezza di utenti e manutentori. Quel verbale era poi stato consegnato all’ufficio comunicazioni amministrative dell’Elti, che aveva provveduto a inoltrarlo, oltre alla proprietà, alla ditta che ha la manutenzione dell’impianto e all’ufficio tecnico competente del Comune. Adesso, verbale alla mano, l’ingegnere controlla che gli interventi prescritti siano stati realizzati. Nella verifica sono coinvolti anche un tecnico dell’azienda che si occupa della manutenzione e un altro tecnico della ditta che ha eseguito i lavori.
Nel locale in cui si trova la macchina che regola il funzionamento dell’ascensore, l’ingegnere chiede il libretto, che è come la carta d’identità dell’ascensore, dove sono riportate le caratteristiche e gli interventi fatti nel corso della sua vita. È importante, quindi, la presenza del libretto che, ove non fosse presente, deve essere duplicato. Il verificatore scorre le prescrizioni scritte nel suo verbale precedente, quello che ha dato esito negativo. Il quadro di manovra è stato sostituito con uno dotato di Inverter che è l’optimum della tecnologia attuale, spiega Clementi, perché permette di gestire al meglio l’impianto a livello di precisione di fermata, comfort di marcia e di minori consumi. Controlla il limitatore di velocità il cui funzionamento è essenziale perché entri in azione il paracadute dell’ascensore (un meccanismo per cui la cabina che ha preso velocità si blocca sulle guide in cui scorre) quando la cabina stessa supera certi parametri, il cui valore di norma è di 0,70 metri al secondo.
Controlli superati anche per l’impianto elettrico, adeguato alle norme Cei con l’applicazione di un quadro dotato di salvavita; per l’argano che in precedenza perdeva olio; per l’accesso in fossa, dove non c’erano tracce di infiltrazioni d’acqua; per le serrature delle porte dell’ascensore ai vari piani; e, infine, ma
non meno importante per le linee fisse e cavi flessibili. Ove occorre, l’ingegnere della Elti ha richiesto le certificazioni di conformità e le relazioni tecniche
della componentistica sostituita.
Questa documentazione, spiega Clementi, è fondamentale in quanto garantisce l’utente/proprietario dall’installazione di componenti non omologati, nonché la bontà dei lavori eseguiti. Controlli simili sono stati effettuati anche negli impianti degli altri due stabili, anch’essi bloccati da un precedente verbale con esito negativo, con una visita di controllo durata circa 45 minuti per ciascuno. In uno di essi è stato verificato il funzionamento anche dell’allarme, ancora acustico, trattandosi di un impianto del 1968.
Oggi, aggiunge l’ingegnere di Elti, dopo l’entrata in vigore della normativa del 1999: sui nuovi impianti l’allarme non è più acustico ma c’è l’obbligo di un dispositivo di telefonia bidirezionale, una sorta di altoparlante che consente di comunicare con l’assistenza esterna che organizza l’invio del soccorso. Dopo aver verificato che è tutto a posto, Clementi redige il verbale positivo di verifica straordinaria (ai sensi dell’articolo 14 del Dpr 162/99) che attesta l’avvenuto superamento del controllo dell’impianto. L’ascensore può di nuovo essere usato senza rischi.