Sempre più italiani verso l’autoconsumo energetico
Aumenta il numero di impianti fotovoltaici, sempre più utenti abbracciano l’autoconsumo energetico. E da aprile sono diventate operative le Cer: si registra già un boom di richieste.
Energia rinnovabile per i condomini: a che punto siamo? Il dato da cui partire è l’aumento del fotovoltaico in ambito condominiale, oltre che per gli edifici unifamiliari.
Lo testimonia l’analisi presentata dalla società di consulenza The European House-Ambrosetti: nel 2023 in Italia sono state effettuate oltre 370 mila connessioni alla rete elettrica, sette volte il numero registrato dieci anni fa, a riprova dell’importanza che sta assumendo la generazione di corrente decentralizzata, con impianti di produzione di energia relativamente più piccoli e più vicini ai consumatori finali. Una crescita favorita anche dall’attuale legislazione.
Autoconsumo energetico
L’autoconsumo di energia, secondo la legge, si può realizzare in forma individuale, che riguarda cioè un singolo utente, oppure in modo collettivo e di comunità. In Italia, le ultime due tipologie non solo sono riconosciute come lecite dalla legislazione, ma hanno anche veste giuridica.
L’autoconsumo energetico individuale si riassume in poche parole: il cittadino possiede un impianto di produzione di energia rinnovabile e autoconsuma l’energia che lui stesso ha prodotto: il classico esempio è chi installa un pannello fotovoltaico sul terrazzo, oppure sul tetto se vive in un edificio unifamiliare.
L’autoconsumo energetico collettivo, invece, è quello di una pluralità di consumatori che si trovano all’interno dello stesso edificio, in cui sono presenti uno o più impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili.
Come nel caso di un condominio con pannelli fotovoltaici sul tetto o su un terreno di prossimità, e che fornisce elettricità alle utenze condominiali e alle unità abitative di coloro che aderiscono. Bastano due o più persone che si trovano nello stesso condominio e che decidono di produrre energia elettrica in modo sostenibile attraverso un accordo privato.
In questo caso l’autoconsumatore produce energia elettrica rinnovabile che lo rende energeticamente autosufficiente, ma l’eventuale energia in più rispetto al suo fabbisogno può essere accumulata e/o venduta a terzi, senza che ciò divenga l’attività principale o senza che ciò sia esercitato in forma prevalente e con le caratteristiche proprie dell’impresa.
L’impianto con cui è prodotta l’energia può essere di proprietà di un terzo o anche essere conferito in gestione, ma quest’ultimo deve sempre sottostare alle direttive dell’autoconsumatore.
Comunità energetiche
L’autoproduzione, inoltre, è ora possibile in modo organizzato anche grazie alle Comunità energetiche, su cui si è concentrata l’attenzione negli ultimi mesi.
Le Cer, dopo due faticosi anni di attesa delle norme attuative, in aprile hanno finalmente avuto il definitivo via libera con la pubblicazione di tutti i passaggi da compiere. Risultato: in soli tre mesi, a giugno, erano già un migliaio le iniziative per costituire Cer registrate dal gestore pubblico. Attenzione: non significa che si tradurranno tutte in Comunità energetiche, dato che si tratta semplicemente di richieste che devono completare la procedura, ma il segnale è forte.
Anche perché durante il regime transitorio, cioè il periodo che è intercorso tra la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge che introduce le Cer e il via libera alle norme, c’erano già in coda 150 iniziative in tutta Italia, in un mix di gruppi di autoconsumatori e comunità di energia rinnovabile.
Il migliaio di progetti presentati (nel frattempo se ne saranno aggiunti altri) sono distribuiti su tutto il territorio, ma circa il 40% al Nord. Curiosamente, visto che un altro 40% di richieste è targato Sud e Isole, è il Centro Italia con il 20% a risultare meno interessato alle Comunità.
Come costituire una Cer in condominio
L’interesse per la possibilità di trasformare il condominio in un soggetto che produce energia, oltre a consumarla, è testimoniato anche dai circa 3.500 quesiti sottoposti al Gse con richieste di chiarimenti, da oltre 5 mila partecipanti ai webinar dedicati, e da circa 200 tra imprese, pubbliche amministrazioni e rappresentanti di Cer o Gruppi di autoconsumo che hanno preso contatto con i tecnici della società pubblica, il Gse, che ha l’incarico di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.
In ogni caso, i due anni passati nell’attesa di ottenere indicazioni pratiche su come orientarsi, sono serviti a mettere a punto manuali e istituire un servizio di newsletter, con esempi specifici di configurazioni realizzabili.
I condomini interessati a costituire una Cer possono, quindi, trovare le informazioni adatte per il proprio caso specifico attraverso il portale web autoconsumo.gse.it: chi si collega può simulare una configurazione di produzione di energia, solitamente tramite pannelli fotovoltaici.
Il passo successivo è ottenere una verifica preliminare attraverso l’area clienti del Gse: in questo modo si ottiene la sicurezza di aver compiuto tutti i passi necessari per richiedere gli incentivi.
Colonnine cercasi disperatamente
Se il risparmio energetico passa attraverso l’utilizzo di auto elettriche, perlomeno in città, il problema maggiore per un condominio è installare le colonnine di ricarica. Che, comunque, devono aumentare.
Secondo Motus-E, associazione che monitora le installazioni di colonnine per la ricarica, in Italia a marzo 2024 erano attive 54.164 punti di ricarica destinati alle auto elettriche su un numero di auto elettriche in circolazione che ha raggiunto la cifra di 226.799 unità. Quindi, un punto di ricarica ogni quattro auto, contando però che una parte delle colonnine private, in condominio o in una casa unifamiliare, è a uso di una sola vettura.
La Lombardia guida, si fa per dire, la disponibilità con 10.158 punti di ricarica. Seguono il Piemonte (5.841), il Veneto (5.167), il Lazio (5.141) e l’Emilia-Romagna (4.516). Per il condominio la sfida è installarne molte di più.
di Giuseppe Rossi