Rosario Calabrese (Unai), criticità e soluzioni per la gestione degli incentivi fiscali
Il presidente di Unai, Rosario Calabrese, punta il dito sulla gestione degli incentivi fiscali, che ha stretto una tenaglia attorno agli amministratori oltre che ai proprietari, i quali spesso si sono trovati con i lavori lasciati a metà. Una soluzione sarebbe…
Cantieri mai terminati. Ditte fallite. Ponteggi che nessuno ha mai smontato. Insomma, il superbonus 110% e le sue continue modifiche legislative avrebbero prodotto quella che Rosario Calabrese, presidente di Unai, Unione Nazionale Amministratori d’Immobili, definisce una bagarre.
Una situazione complicata in cui, chi ha fatto da collante tra imprese e condomini, ovvero l’amministratore, ha giocato ancor più un ruolo fondamentale e decisivo. Proprio per le responsabilità che gli competono, secondo Rosario Calabrese, la figura dell’amministratore andrebbe ripensata. A Condominio sostenibile & certificato, il presidente spiega i motivi.
Prima di entrare nel vivo del discorso, può presentare Unai a chi non la conosce?
Unai è la più antica associazione di condominio, che si è costituita il 19 febbraio del 1968. Al momento è l’unica associazione a carattere sindacale, con accreditamento al ministero del Lavoro e della previdenza sociale. Siamo accreditati al ministero della Giustizia come ente di formazione e poi siamo nell’elenco del Mimit, ex ministero dello sviluppo economico.
La vostra è una realtà ben consolidata. Il numero dei vostri associati è il vostro fiore all’occhiello…
Il dato di fine 2023 è di 14.832 soci, inquadrati in tre livelli: aderenti sindacali, amministratori professionisti e gli specialisti. Il numero degli associati è uno dei tanti nostri fiori all’occhiello. Siamo su tutto il territorio nazionale e siamo gli unici che hanno una divisa, che rimanda a un senso di appartenenza.
Che ruolo gioca un amministratore di condominio oggi? Specie in questo momento in cui il superbonus è stato rimesso in discussione con il decreto legge numero 39 dello scorso 29 marzo?
Avere un amministratore realmente competente è importante. Ce ne sono pochi oggi. Noi mandiamo alla docenza laureati, specialisti della materia, docenti universitari o magistrati. La carta vincente per il futuro è la formazione. La differenza la vedono anche i condomini che, purtroppo, ancora troppo spesso continuano a ragionare nella scelta dell’amministratore in base al prezzo. Niente di più sbagliato.
Sul superbonus, invece, posso dire che all’inizio sembrava un regalo fatto ai condomini. È iniziato con la pretesa che si dovevano guadagnare soldi; poi è subentrata la qualificazione delle competenze che dovevano avere i general contractor e sono sopravvenute varie procedure che in corso d’opera non rendevano chiara la situazione.
C’è stato anche il problema immane dell’aumento dei costi che si è riversato anche sul resto dell’attività edilizia, ma anche il problema delle manutenzioni del condominio. L’errore del superbonus è stato lo sconto in fattura, ma anche non aver controllato l’andamento dei prezzi e aver preso come riferimento un tariffario che non era pubblico ma privato. Oggi siamo agli espropri, si è rivelata una truffa.
Può spiegare meglio? Quali sono i principali motivi degli espropri?
Ancora oggi giri per le strade e vedi impalcature montate da mesi e lavori che non vanno avanti perché è tutto bloccato: la ditta è fallita, chi ha fornito i ponteggi non viene a smontarli perché è più comodo lasciarli lì e fare causa per le locazioni. La norma era stata pensata in maniera tale che bastava che se ci fosse qualcosa di sbagliato, anche di minimo, perdevi il beneficio.
Se in sede di verifica si scopriva che qualcosa non andava, come abusi nel condominio ignoti agli amministratori e ai condomini, ma noti al fisco, ciò ti portava a rischiare la tua casa e i condomini se la prendevano con l’amministratore. È una bagarre. Non è così che si fanno le leggi e che va affrontato il problema. La carta vincente sta nella professionalità, competenza e serietà.
Come può quindi un amministratore lavorare in un clima più sereno?
Chi compra su internet un pezzo di carta da 50 euro sta facendo un danno a sé stesso e ai condomini. Avere una formazione adeguata è una garanzia.
Non avendo il condominio personalità giudica, l’amministratore sopperisce alla mancanza di personalità giuridica con la rappresentanza giuridica. Tutto ciò che non funziona nel condominio è responsabilità dell’amministratore. Pur sapendo ciò, o forse molti non lo sanno, gli amministratori sottovalutano la formazione e spesso fanno pasticci. È un mondo che va ripensato di sana pianta.
Che ne pensa degli altri bonus?
Il bonus in sé è una trovata intelligente. Parlo dell’aspetto contabile, ovvero se faccio lavori e ripartisco la spesa tra i condomini che mi conferiscono la provvista e io pago la ditta. Poi, lo Stato dovrebbe prendere i soldi sull’attività svolta.
Il fatto che lo Stato dia un tempo per poi versare una quota, significa trasformare un credito in possibilità finanziaria contante, per far girare l’economia. È un po’ come la cambiale negli anni Cinquanta: ti pagherò in rate spalmate nel tempo, ma intanto mi porto a casa, per esempio, il frigo. Il bonus, se è fatto in modo coretto, è una trovata intelligente.
Ora come è la situazione? I lavori stanno ripartendo?
I lavori che erano bloccati stanno in parte ripartendo, dipende da caso a caso e da quanto pasticcio c’era dietro.
Dipende anche dalla disponibilità dei condomini di mettere mano al portafogli (I lavori svolti entro prima del decreto 39 dello scorso 29 marzo prevedevano lo sconto in fattura. Ad oggi un condomino può detrarre dalle proprie tasse in quattro anni, il credito che gli corrisponde ndr).
Per concludere, che cosa si aspetta dall’anno in corso?
Niente di buono in realtà. Stiamo cercando di far capire alla controparte politica che l’amministratore di condominio non è riconosciuto e che sarebbe opportuno che la classe politica prendesse atto questa professione è l’ossatura dell’economia italiana.
Gli amministratori di condominio sono i tutori del patrimonio edilizio italiano e sono la realizzazione, nel concreto, di due articoli della Costituzione: il 32, che tutela la salute; nel nostro caso quella dei condomini, garantendo i servizi, quali l’acqua corrente ad esempio, ma anche l’articolo 42, che tutela la proprietà. Il condominio è la prima aggregazione dopo la famiglia.
È il primo caso in cui un cittadino ha possibilità di far valere ragioni e far valere pensiero. Il condominio è una cellula importante dello Stato italiano. L’amministratore non è diverso da un avvocato, da un medico o un ingegnere: vogliamo l’albo.
di Gaia Bonomelli