Qual è il limite del decoro architettonico?
Come valutare se un’opera realizzata da un condòmino possa subire l’onta del limite imposto dal decoro architettonico? Si tratta di una valutazione da rimettere a un giudice la quale, tuttavia, sfugge a un criterio univoco, oggettivo. Per di più, se la valutazione resa da parte del «peritus peritorum» è degna di nota, essa sfugge anche alla censura dinanzi alla Corte di Cassazione. Lo ricordano i giudici di legittimità con l’Ordinanza 39598 del 13 dicembre 2021. Il caso sottoposto riguardava l’alterazione della facciata condominiale, con la modifica del prospetto attuata da un condòmino, che aveva lasciato perplessi gli altri vicini. Ma il tipo di modifica apportata nella facciata (che, per inciso, consisteva nella realizzazione di un’ampia veduta, in luogo della preesistente parete in mattoni forati) è stata ritenuta neutrale da parte dei giudici di merito.
Dinamica estetica
In punto, allora, i giudici di legittimità ricordano che una simile determinazione giudiziale, nel caso sia un apprezzamento motivato, non può essere gravata da alcuna censura di sorta. E, proprio sotto tale profilo, i giudici tracciano alcuni degli aspetti su cui si deve impreziosire l’argomentazione del decidente che, a questo punto, pare utile riportare anche qui. Intanto, il complesso concetto di decoro architettonico, secondo la Corte, deve essere inteso non solo in senso statico, e cioè riferito al solo momento originario della costruzione dell’edificio e alla conservazione delle line originarie, ma anche in senso dinamico, con riferimento alle modifiche e innovazioni realizzate medio tempore e che non siano incorse nei limiti normativamente previsto.
Pregiudizio economico
In secondo luogo, aggiungono i giudici di legittimità, il predetto concetto di decoro assume altresì rilevanza per tutti gli edifici e prescinde dal particolare pregio artistico del fabbricato, così da consentire di ritenere lesiva l’innovazione che non solo alteri le linee architettoniche, ma che anche si rifletta negativamente sull’aspetto armonico di esso e determini, inoltre, un pregiudizio economico (Cassazione 1748/2013, 10350/2011, 7625/2006).
avvocato Rosario Dolce