Perché l’Ape di un immobile è miele per la sua valutazione
Il patrimonio edilizio italiano non supera il banco di prova dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica con inevitabili ricadute sull’ambiente e l’economia: questa la fotografia scattata dall’ultimo rapporto Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Sono circa 12 milioni gli edifici residenziali registrati in Italia con oltre 31 milioni di abitazioni, ma il 77% è stato realizzato da almeno 38 anni. Di questi, il 32% circa può essere considerato in ottimo stato di conservazione mentre il 22% è stato valutato come mediocre o addirittura pessimo. A conferma, i dati evidenziano che l’attestato di prestazione energetica (Ape) risulta noto soltanto per il 18,8% degli edifici residenziali delle regioni settentrionali, mentre il 7,4% appartiene alle classi energetiche B, A o A+ e più di un edificio su due (il 58%) appartiene alla classe G o F e da sola quella G riguarda il 42% del totale.
Istituito con la legge 90/2013 in sostituzione del precedente Attestato di Certificazione Energetica, l’Ape è un documento di fondamentale importanza per la valutazione delle prestazioni energetiche di un edificio e per contribuire a migliorare lo stato di salute del patrimonio edilizio italiano.
La valutazione dell’immobile avviene su una scala di 10 classi che vanno dalla più efficiente (A4) alla meno efficiente (G) tenendo conto della zona climatica in cui è situato l’edificio, delle caratteristiche delle murature e degli infissi, della produzione di acqua calda sanitaria, dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti e della presenza di sistemi di produzione dell’energia da fonti rinnovabili.
Dal momento del rilascio, l’Ape ha una validità di 10 anni che deve essere aggiornata in caso di interventi di riqualificazione e ristrutturazione a carico del sistema edificio-impianto.
Un immobile ristrutturato o realizzato in alta efficienza e dotato degli impianti di ultima generazione per la climatizzazione e il controllo dell’aria garantirà un’elevata classe di efficienza, generando un notevole risparmio energetico, di cui l’utente finale potrà beneficiare direttamente in termini di incremento del valore commerciale dell’abitazione e riduzione della bolletta.
Secondo MyDatec, che installa impianti di ventilazione meccanica controllata, sia in termini di raffrescamento che di riscaldamento, l’implementazione di un sistema di Vmc offre una valida alternativa ai sistemi tradizionali, affiancando al sensibile risparmio energetico il miglioramento della qualità dell’aria indoor ed una netta riduzione dei costi di manutenzione e le pompe di calore sono in grado di fornire una risposta efficace anche a questo tipo di esigenza grazie alla totale eliminazione delle emissioni inquinanti; durante il periodo invernale gli impianti termici tradizionali sono infatti responsabili del 50-75% delle emissioni totali di CO2.