Pallestrini, nella casella della posta ci sono i dipendenti
Dopo anni di lavoro e dedizione all’azienda, arriva il momento in cui anche l’imprenditore più legato alla propria attività ha bisogno di fermarsi. È un momento delicato, in cui può decidersi il destino di un’azienda. Di solito sono i figli a continuare l’opera del padre (o della madre). Ma non è stato il caso della Pallestrini di Settimo Milanese (Milano). L’azienda produce e commercializza casellari postali e mobili per deposito oggetti. E oggi è gestita dai dipendenti, che hanno preso in mano le redini del’azienda, rilevandola e trasformandola in una società cooperativa di cui sono tutti soci. «È stato il titolare a chiederci se volevamo rilevare l’azienda e noi abbiamo accettato con piacere», afferma Silvia Papetti, che si occupa dell’area commerciale di Pallestrini. Oltre a lei, ci sono altri sei soci. «Marina si occupa dei preventivi, Tiziana della contabilità, un’altra colllega controlla che i prodotti siano perfetti e poi, ovviamente, c’è chi si occupa della produzione dei casellari, che parte dalla falegnameria alla copertura in alluminio e all’inserimento di portelle e serrature. L’esperienza non ci manca, considerando che lavoriamo qui da molti anni. Io, per esempio, da 33», precisa Papetti.
Tutto procede come prima, ma i nuovi soci hanno in serbo novità, rivolte ad amministratori di condominio, privati, rivenditori, imprese, studi tecnici, architetti e geometri. Il bacino di utenza è ampio, perché i prodotti sono personalizzabili secondo le esigenze: «Non abbiamo un magazzino standard, perché produciamo pezzi diversi in base alle richieste, casellari di colori che hanno misure diverse. Forniamo anche assistenza post vendita per fornire accessori e manutenzione», aggiunge Papetti. «Per quanto riguarda le prossime novità, abbiamo intenzione di diventare molto competitivi con promozioni mirate, destinate soprattutto ai condomini. La nostra strategia è non essere eccessivamente assetati di guadagni. Così riusciamo ad abbassare i prezzi e a mantenere la qualità dei prodotti». Non resta che attendere le evoluzioni di una realtà consolidata ma, in un certo senso, nuova, che sta già pensando di espandersi oltre i confini nazionali, «in particolare in Russia e in Polonia, dove c’è un bel mercato in questo settore», rivela Silvia. Santina Muscarà
Cosa ne pensi? Ascoltiamo la tua opinione!.