A Milano la biblioteca condominiale
Sulle cronache del quotidiano la Stampa è comparsa una storia che potrebbe fare scuola: «La cosa più triste e assurda fino a poco tempo fa era stare chiusi in ascensore con altre persone fino al 6° piano in silenzio, facendo finta di guardare altrove, ignorandosi: ora non è più così, adesso ci si parla, ci si conosce, siamo interessati l’uno all’altro», ha raccontato Roberto Chiappella, 68 anni, riparatore di apparecchi televisivi in pensione. Chiappella ha trasformato i pochi metri quadrati della portineria (inutilizzata) di uno stabile in via Rembrandt, in una biblioteca condominiale. «I primi volumi li ho trovati vicino al bidone della spazzatura. Ma da quando all’assemblea di condominio ho raccontato la mia idea i titoli sono iniziati ad arrivare insieme alle persone: quel locale, e i suoi scaffali, sono diventati il punto di riferimento per tutte le 72 famiglie». Dopo 20 mesi dall’inaugurazione oggi l’atipica biblioteca contiene oltre 5mila libri, e si aperta anche al quartiere. Basta suonare al citofono nei tre pomeriggi d’apertura settimanale, entrare, e accettare i punti non scritti del regolamento: niente tessera, niente iscrizione, ma solo la disponibilità a dedicare un po’ di tempo a socializzare con gli altri o a chiacchierare con Roberto mentre con pazienza scorre il catalogo per trovare il titolo richiesto. «Il libro è solo l’aggancio: quello che a me interessa è creare rete, tessere rapporti tra le persone, offrire uno spazio stare e fare insieme». Gestito interamente da volontari, senza un euro di spesa, la biblioteca sta diventando anche sede dove ospitare scrittori e creare, grazie alla pagina Facebook «Biblioteca Rembrandt 12», sinergie con altre esperienze simili. «Neppure sapevo usare il computer, e adesso mi trovo a gestire un social network: succede anche questo con la passione. E non mancano le soddisfazioni: come quella di aver fatto leggere un libro per la prima volta a ben quattro persone diverse. In una biblioteca normale ci va chi conosce già il piacere della lettura: nella nostra no, nella nostra entrano per cercare altro. E il libro diventa una delle tante possibilità per sentirsi meno soli e isolati».
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