Lucy, la lampada che riflette la luce
A prima vista sembra un oggetto di design anni Settanta, poi si scopre che Lucy è una lampada, ma non una qualsiasi, perché è una sorta di robot che insegue la luce del sole e la riflette. Il meccanismo è simile all’eliostato, lo strumento che si muove come un girasole e cattura l’energia dei raggi per concentrarla in un unico punto. Con una differenza: Lucy non assorbe, ma con uno specchio reindirizza la luce. Come? Grazie a puntatore sulla parte anteriore del robot a forma di sfera (misura di 30 centimetri) che dirige la luce solare concentrata e la spara contro un muro come un raggio laser.
L’idea è semplice: poiché qualsiasi luce noi vediamo non proviene da un unico punto ma è l’effetto della rifrazione su una superficie, alla stessa maniera se Lucy viene posizionata verso il soffitto, non appena lo raggiunge il raggio del sole si disperde e viene distribuito uniformemente in tutta la stanza. Ecco perché è una lampada, per di più alimentata da una fonte rinnovabile e completamente autonoma senza bisogno d installazione. L’idea è di Diva Tommei, laurea in Biotecnologia e dottorato in Biologia informatica e molecolare a Cambridge, che ha utilizzato la tecnologia per sfruttare e trattare i quelle forme di depressione spesso attribuite ai cambiamenti stagionali e alla carenza di vitamina-D, molto diffuse nei paesi nordici. Così è nata la start up californiana Solenica, fondata da Tommei con Alessio Paoletti, l’industrial designer che ha trasformato i vari prototipi in un oggetto d’arredamento dall’estetica Made in Italy e con Mattia Di Stasi, che si occupa della parte commerciale. In vendita a 300 dollari si può preordinare online a 199 dollari, intanto è appena iniziata la presentazione della società agli investitori e i tre italiani hanno già raccolto 120 mila dollari. Ma è solo l’inizio.