Italiani a rischio di catastrofe, soluzione una polizza assicurativa
Aumenta il numero di danni climatici agli immobili. Terremoti e alluvioni si susseguono regolarmente. E cresce il numero delle abitazioni coinvolte. La soluzione? Può essere una polizza assicurativa di copertura. E c’è anche un bonus.
La Treccani elimina ogni dubbio sul significato: la parola assicurare significa rendere sicuro, proteggere da danno o pericolo. Ma anche garantire, salvaguardare, tutelare. Il contrario di arrischiare, esporre, mettere a repentaglio. E quale bene è più primario della propria abitazione?
La deduzione logica è che la prima cosa da fare quando si acquista un immobile è preoccuparsi di come evitare il rischio di danni o, peggio, la perdita dell’intero patrimonio sotto forma di tegole e mattoni, che costituisce in media circa la metà dell’intera ricchezza delle famiglie, e in molti casi l’unica risorsa. Un’esagerazione?
Purtroppo, no. La maggior parte degli italiani vive con la speranza della buona stella. Eppure, il 94% dei Comuni è a rischio frane, alluvioni ed erosione.
I disastri sono ricorrenti nelle cronache, nonostante il rapporto di Ispra 2020 (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo), abbia censito in 20 anni 6.063 interventi del ministero dell’Ambiente per 6,59 miliardi, a fronte di 7.811 proposte presentate dalle Regioni per un totale di 26,5 miliardi. Numeri noti. Così come si sa che il territorio italiano è uno dei soggetti a frane, terremoti e alluvioni.
Il 50% è esposto al rischio sismico, il 20% a frane e alluvioni secondo l’analisi del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici. E potrebbe andare peggio: perturbazioni da fare invidia ai Caraibi si ripercuotono sugli edifici: gli eventi estremi sono aumentati in Italia del 9% dai primi anni del secolo.
Emilia e toscana
Questi eventi, come i periodici terremoti che sgretolano condomini mal costruiti o le alluvioni che affogano i piani inferiori, sono un costo per tutti.
Per chi subisce il danno e per lo Stato che, anche se in ritardo e in modo parziale, è indotto a metterci la pezza. Secondo la Banca d’Italia, il patrimonio abitativo esposto a rischio alluvioni ha un valore complessivo di quasi mille miliardi di euro, circa un quarto del totale sull’intero territorio.
I casi più recenti dell’Emilia-Romagna e della Toscana sono serviti anche per fare un calcolo dei danni permanenti: il valore di un singolo immobile dopo l’inondazione scende del 60%.
Per esempio, sempre secondo l’analisi del centro studi, nel caso dell’allagamento in Romagna la perdita annua attesa potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro. I più a rischio sono i condomini e le abitazioni unifamiliari che si trovano nel distretto del Po. L’Emilia-Romagna è la regione a maggior rischio, seguita da Toscana e Liguria.
A rischio il 78%
Se, poi, si somma il rischio sismico con quello di allagamenti, uno studio del Cnr indica il 78% delle abitazioni, cioè tutte quelle che si trovano in zone soggette periodicamente a questi eventi.
Tanto per fare quattro conti, ed esclusi gli eventi del 2022 e 2023, i danni subiti in dieci anni sono stati valutati in circa 50 miliardi, se si tiene conto anche delle strutture pubbliche.
Quindi, che fare? Contro le alluvioni un privato ha poche armi: sono le infrastrutture pubbliche a dover costruire argini adeguati, così come per le frane sono gli interventi pubblici contro il rischio idrogeologico a essere necessari.
Diverso il discorso per terremoti ed eventi atmosferici intensi a cui si aggiunge, spesso dimenticato, il rischio di incendio, provocato da eventi esterni oppure all’interno dello stesso edificio.
Per i terremoti si può intervenire con lavori di rinforzo strutturale, ma non sempre è un obiettivo a portata di mano. Anche se i bonus fiscali danno una mano, ci sono edifici che non consentono lavori radicali che, in ogni caso, comportano molto spesso l’inabitabilità temporanea dell’immobile.
Resta un’altra via che, se non protegge l’incolumità di chi ci abita, perlomeno serve a una famiglia per evitare di finire sul lastrico: una polizza assicurativa anti danni.
Coperture componibili
Anche se, in realtà, non esiste una sola polizza. Le compagnie di assicurazione propongono soluzioni che assomigliano a un gioco del Lego: tanti elementi che si possono riunire in un unico contratto. Ovviamente, il costo è legato al numero di aspetti della casa da proteggere.
Una simulazione del sito specializzato Facile.it ha stimato indicativamente il costo di una polizza assicurativa a protezione di terremoti e alluvioni per un appartamento di 100 metri quadrati del valore di 200 mila euro, arredamento incluso.
Risultato: il costo varia secondo la zona, con variazioni notevoli. Solo 312 euro annui a Milano e dintorni, 624 euro a Bari e 636 a Modena. Ci sono anche situazioni diverse secondo la dislocazione sul territorio. Per esempio, per una casa vicino alla montagna il prezzo della polizza può quasi raddoppiare.
Stato non obbligato
L’assicurazione, insomma, costa. Ma sempre meno che trovarsi senza la casa oppure con un immobile sopravvissuto a qualche evento, ma devastato.
La soluzione di pagare un premio assicurativo non è indolore, ma può proteggere dai rischi che, come accennato, in Italia sono ricorrenti e praticamente certi, è però poco contemplata dagli italiani, che preferiscono affidarsi alla buona sorte.
Anche perché la maggior parte degli italiani sono convinti che, in caso di danni da eventi naturali lo Stato sia tenuto a risarcire il proprietario dell’immobile. Niente di più errato.
Non esiste nessuna legge a riguardo e, in ogni caso, gli interventi in caso di terremoto e alluvioni (quando arrivano) non coprono l’intero ammontare del danno.
L’abusivismo
C’è, inoltre, un ulteriore problema: la quantità di case abusive che, ovviamente, non possono essere coperte da assicurazione, dato che spesso sono state edificate proprio in zone a rischio, come testimonia la frana che ha coinvolto una cittadina di Ischia.
In Italia, secondo alcune stime, il 15% delle costruzioni sono abusive in tutto o in parte e si trovano per lo più al Sud. Secondo le rilevazioni Istat, la maglia rosa nel campionato dell’abusivismo spetta a Calabria e Basilicata con il 54% di edifici non a norma, mentre la Campania è al 50%.
Italiani fatalisti
Una ricerca della compagnia svizzera Swiss Re indica che gli italiani sono i più ottimisti in Europa, Grecia esclusa, riguardo la sorte della propria abitazione, nonostante terremoti e devastazioni si presentino ogni anno puntualmente come le tasse.
Su 35,3 milioni di unità abitative esistenti, secondo l’analisi, solo il 5,3% ha sottoscritto una polizza anti calamità. Anche se il trend è incoraggiante: negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiate: si è passati da 400 mila del 2016 a 1,7 milioni del 2022.
Anche se i rischi sono coperti un po’ a macchia di leopardo: solo la metà copre tutti i casi, mentre 579 mila sono relativi unicamente alla eventualità di un terremoto, e 291 mila sono per le alluvioni.
Inoltre, l’aumento delle sottoscrizioni va letto anche in maniera meno ottimistica, dato che l’assicurazione è obbligatoria per chi accende un mutuo, anche se di solito garantisce solo da incendio e danni da esplosione.
L’aumento del numero di polizze sottoscritte, insomma, è in parte legato al boom delle compravendite di immobili che si è registrato durante gli anni con tassi quasi a zero, ormai alle spalle.
E dire che, anche se non molti lo sanno, dal 2018 è stata eliminata l’imposta fiscale sulla polizza assicurativa e, inoltre, è stata introdotta una detrazione del costo del 19% ai fini Irpef. Insomma, c’è anche un bonus polizza assicurativa. Un motivo in più per essere previdenti.
Come lo fanno gli altri
Come si regolano gli altri Paesi? In Francia se si sottoscrive una copertura per incendio, la polizza tutela anche dalle catastrofi naturali, comprese inondazioni, frane, terremoti, valanghe, ma le compagnie pagano solo dopo che il governo ha dichiarato lo stato di calamità.
In Spagna le assicurazioni finanziano il Consorcio, una organizzazione statale che risarcisce in caso di calamità naturali come inondazioni e incendi boschivi non coperti.
In Svizzera è obbligatorio assicurarsi contro i danni da eventi naturali, escluso il terremoto che però in Svizzera non è probabile. In quasi tutti i Cantoni, le società sono riunite in un pool che applica tariffe uniformi, almeno per i principali danni di sua competenza.
di Giuseppe Rossi