Ferma la legionella: guida per la prevenzione in condominio
Dopo i molteplici casi di legionella, torna in primo piano la necessità di fare prevenzione. Lo stabiliscono le norme ma anche il buonsenso.
Quest’anno, in soli quattro mesi, nei comuni tra Corsico e Buccinasco in provincia di Milano, la legionella ha colpito molte persone di cui 56 sono state ospedalizzate. Quattro di queste sono decedute.
Basterebbe questo dato per ricordare quanto sia importante tenere sotto controllo gli impianti condominiali, dato che la legionellosi è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che può annidarsi nelle tubature degli edifici, nei serbatoi, in fontane e piscine.
In condominio la legionella può trovare le condizioni ideali per proliferare, le più comuni sono: temperatura dell’acqua calda sanitaria tra i 20 e 50 gradi e accumuli d’acqua che, se non vengono mantenuti in modo corretto, diventano ricettacolo di batteri.
E, mentre le autorità sanitarie dell’Agenzia di Tutela della Salute di Milano sono impegnate nell’attuazione di indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali specifiche, è bene ricordare che seguendo le norme previste si possono evitare drammi umani.
Tutto ciò coinvolge anche l’amministratore di condominio nel caso non abbia rispettato le normative sulla prevenzione. Per fortuna esistono anche specialisti in grado di mettere al riparo gli edifici dal pericolo legionella.
Il nuovo decreto sull’acqua potabile
Ma cominciamo dalle regole. Poco più di un anno e mezzo fa è entrato in vigore il decreto legislativo 18/23 che disciplina i parametri minimi per considerare le acque potabili salubri e pulite, a cui sono chiamati a rispondere anche gli amministratori di condominio.
Il nuovo decreto ha esplicato meglio alcuni passaggi del precedente provvedimento del 2001 relativi ai parametri necessari per determinare la salubrità delle acque destinate al consumo umano e su chi grava la responsabilità dei controlli.
L’obiettivo è garantire la salubrità delle acque destinate al consumo umano. Tra le novità, il provvedimento comprende nuovi parametri e l’obbligo dell’analisi del parametro della legionella, da verificare insieme agli altri parametri batteriologici.
Il decreto, insomma, considera con la giusta importanza la necessità di monitorare questo batterio. Il provvedimento, inoltre, definisce le responsabilità per la gestione dell’acqua, che deve essere garantita nella sua potabilità fino al rubinetto di casa.
Per questo motivo c’è l’ente pubblico che si occupa dell’approvvigionamento idrico, che è responsabile fino al contatore, mentre da questo al rubinetto è giurisdizione dell’amministratore.
Il ruolo dell’amministratore per l’acqua condominiale
L’amministratore, quindi, svolge un ruolo fondamentale: ha l’obbligo di garantire il rispetto dei parametri previsti dalla normativa fino al punto di erogazione dell’acqua, cioè al rubinetto del proprio condomino.
Non è un aspetto da sottovalutare: se non rispetta le norme l’amministratore è sanzionabile fino a 30.000 euro. Come deve muoversi, dunque, l’amministratore per rispettare le norme e, non da ultimo, per evitare le sanzioni?
Ogni condominio deve attivare una serie di procedure precauzionali, con campionamenti costanti, secondo la dimensione del condominio, affidati a laboratori accreditati e qualificati. È importante, insomma, che chi controlla abbia tutte le carte in regola.
Il decreto stabilisce precisamente i nuovi requisiti di salubrità dell’acqua. Per la legionella, per esempio, è stato imposto un limite di accettabilità che per legge è fissato a 1000 Ufc/l (Unità Formante Colonia su litro).
Questi parametri devono essere quindi esaminati da laboratori che forniscano anche un alto grado di affidabilità, soprattutto in previsioni di eventuali controlli ATS e cause legali da dover affrontare.
Effetto controlli
Questa precisione è un bene: finora la qualità delle acque negli impianti non è stata delle migliori. Per esempio, le analisi di Csdm indicavano che fino a pochi anni fa la positività al batterio per quanto riguarda Milano interessava il 20% dei campioni, un condominio su cinque. Dati che l’azienda ha trasferito su mappe di rischio.
Ora la situazione è migliorata, fino a scendere al 13–14%, proprio grazie ai controlli effettuati, dati che comunque indicano ancora un grosso miglioramento da fare. Proprio la cronaca indica che non è il caso di abbassare la guardia.
L’importante, insomma, è che per evitare drammi umani (e le relative sanzioni) i condomini adottino una politica di prevenzione, evitando conseguenze anche fatali per la salute delle persone.
D’altra parte, è lo stesso buonsenso che ha ispirato normative come quelle sugli ascensori o i cancelli automatici: i controlli regolari hanno ridotto al minimo gli incidenti.
Non solo batteri
I pericoli per gli impianti idrici, tra l’altro, non si possono limitare alla legionella: un altro rischio riguarda sostanze che possono essere nocive. La normativa si occupa anche di questo: con il nuovo decreto sono stati introdotti i Pfas, Pfoa, l’uranio e i composti aleoacetici, che devono essere controllati nel percorso dell’acqua prima che arrivi al contatore.
Inoltre, va controllata la eventuale quantità di piombo, o di altri batteri come i coliformi all’interno della rete idrica condominiale.
Informazione
Anche i condòmini sono correttamente avvertiti dell’eventuale pericolo: Csdm mette a disposizione una serie di informazioni condivise con gli abitanti del condominio in merito a procedure da seguire per la bonifica o la verifica dei campioni. Soprattutto nel caso della legionella, l’azienda si preoccupa di inviare un decalogo di comportamenti da tenere.
La sicurezza, per esempio, non comporta evitare di utilizzare la cucina o il bagno: in realtà la legionella è pericolosa solo inalata, magari facendosi la doccia. Diverso il caso di colonie batteriche coliformi: in quel caso è vietato bere l’acqua del rubinetto.
Una volta eseguite le analisi viene rilasciato un certificato firmato da un professionista, con un riferimento al laboratorio che ha accreditato le analisi e a tutte le specifiche della richiesta del decreto legislativo.
Insomma, quali iniziative deve intraprendere un amministratore per assicurarsi che la rete idrica sia salubre? Per mettersi al riparo da epidemie di legionella un amministratore dovrebbe affidare il controllo e la sorveglianza periodica a società rigorose. Csdm, per esempio, può garantire la dovuta attuazione delle procedure per dare certezza di risultati certificati.
Il decreto ministeriale indica espressamente che le analisi devono essere sottoposte a regime di accreditamento Uni Cei En Iso/Iec 17025 e affidate solo a laboratori certificati.
di Alessandro Bonvicino