Energia: cose da non credere (ma da tenere presenti)
L’innovazione può essere un potente alleato degli utenti nel settore dell’energia? Sì e proprio su questo tema l’Unione Consumatori ha focalizzato parte della terza edizione del suo evento annuale dedicato alla consapevolezza dei consumatori. Che il titolo dell’appuntamento sia Cose da non credere, non deve trarre in inganno: i risultati dei sondaggi e delle analisi riservano sempre delle sorprese, ma non così dirompenti. Però offrono spunti interessanti e stimoli per chi li vuole cogliere, per esempio le aziende o le associazioni, a rivedere le strategie di marketing. Infatti, se da una parte i consumatori sono molto favorevoli alle novità tecnologiche e chiedono nuovi contatori, sia per avere misuratori più precisi, ma soprattutto per rendere più facile la gestione dei consumi, quello che emerge è la scarsa conoscenza delle differenze tra libero mercato e mercato tutelato: il 65% ritiene che sia regolamentato dall’Autorità dell’Energia, mentre per il 24% non esistono addirittura differenze perché in Italia il mercato è aperto alla concorrenza. Quanto il livello di conoscenza sia piuttosto basso si evince ancora di più nella domanda sulla differenza tra distributore e rivenditore di energia: il 52% la ignora. E, allora, come fare chiarezza? Quali sono i migliori strumenti per informarsi? Mezzi di comunicazione e associazioni sono chiamati a spiegare in maniera più semplice come scegliere il fornitore, tenendo conto che solo il 2%, una cifra veramente risibile, si è affidato alla fonte più attendibile, ossia il sito dell’Autorità dell’Energia. Su un aspetto c’è la maggioranza: denunciare le imprese scorrette alle Autorità indipendenti.