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Crediti di carbonio: l’approccio innovativo di Harley&Dikkinson

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Rendere un edificio efficiente, risparmiando sulla bolletta e, allo stesso tempo, vendere la CO₂ evitata sul mercato dei crediti di carbonio. Si può fare, anche grazie alla metodologia Harley&Dikkinson.

Crediti di carbonio? Non è necessario piantare alberi in Papua Nuova Guinea per compensare le attività inquinanti, perché le piante sono qui, nel territorio nazionale, e sono i condomini: potenziali foreste urbane in grado di trasformare una necessità come la decarbonizzazione (in Europa il 40% delle emissioni è causato proprio dagli immobili) in un’opportunità commerciale.

È l’idea di Harley&Dikkinson, società specializzata da oltre 20 anni nella valorizzazione del costruito, a partire dai condomini, che per lanciare il progetto ha messo a punto una metodologia, certificata, di verifica e di valorizzazione delle emissioni evitate di Co₂ del settore.

Già, perché l’azione virtuosa che alleggerisce la bolletta del singolo, per contribuire davvero al benessere della collettività deve essere realmente misurabile con strumenti tecnici e finanziari: «Il nostro lavoro è offrire un supporto agli amministratori di condomini affinché diventino esperti nella materia della riqualificazione energetica e compiano delle scelte che generino fiducia nelle istituzioni che li devono finanziare», racconta Massimo Nissoli, amministratore e co-fondatore della società HD Esg (Environmental, Social, Governance) di Harley&Dikkinson.

Che spiega: «ottenere un finanziamento per la riqualificazione energetica è molto influenzato dall’affidabilità del richiedente, ma progetti che garantiscono risparmi energetici e con strumenti di finanza climatica, come i crediti di carbonio, rendono questi progetti più credibili e di conseguenza più finanziabili. La sostenibilità deve essere prima economica per permettere di realizzare anche quella ambientale».

Progetti di riqualificazione di Harley&Dikkinson

Progetti di riqualificazione di Harley&Dikkinson.

Una volta elaborato il piano di miglioramento energetico dell’edificio i risultati attesi come si trasformano in crediti di carbonio?

Innanzitutto, la qualità del credito dipende dalla metodologia utilizzata per generarlo, perché sebbene il mercato dei crediti di carbonio sia attivo da diversi anni, la sua natura volontaria fa sì che non esistano norme vincolanti.

Per questo il prezzo di una tonnellata di Co₂, che corrisponde a un credito di carbonio, può oscillare da 1 euro a oltre 100 euro. In pratica, se è ottenuto con una metodologia affidabile e certificata mantiene il suo valore nel tempo, a differenza di altri, che in assenza di normativa risultano poi falsi o inefficaci.

Quindi, la discriminante è l’affidabilità della misurazione delle emissioni evitate di Co₂ dell’intero progetto di sostenibilità?

Tutto il processo conta, dalla progettazione dell’intervento alla verifica dei risultati. Per questo è stata sviluppata con Ecosostenibile.eu e già validata da Rina, gruppo multinazionale di certificazione attivo in più di 70 paesi, una metodologia di monitoraggio continuo delle performance, di verifica dei benefici conseguiti, informazioni ottenute grazie a un software sviluppato con la collaborazione del Politecnico di Milano che ne garantisce la validità tecnica.

Ma attenzione, questo strumento di misura deve essere previsto a monte, come elemento di riqualificazione al pari della sostituzione degli infissi o dell’implementazione del cappotto. La differenza tra i consumi pre e post intervento, è un potenziale credito di carbonio.

Ma poiché le variabili da tenere in considerazione per calcolare questo dato sono molte, in un condominio ancora di più, l’aspetto fondamentale è che il risparmio ottenuto sia effettivamente riconducibile all’intervento di efficientamento energetico e non ad altre cause.

Quali potrebbero essere i margini di errore?

Ipotizziamo di misurare il consumo energetico di un condominio e che il valore iniziale sia cento, dopo aver realizzato l’intervento di riqualificazione rimisuriamo il consumo del condominio e che tale consumo sia sceso a 70, verrebbe naturale pensare che il 30 di risparmio misurato si trasformi in crediti di carbonio.

In realtà non funziona così, perché se nel periodo di misura, per esempio, alcuni condomini non occupano degli appartamenti e quindi non consumano energia, questa parte va eliminata dal conteggio del risparmio. In termini po’ più tecnici, i dati vanno “normalizzati” ed è proprio in questa attività che la collaborazione con il Politecnico risulta indispensabile per evitare errori.

Quanto tempo dopo l’efficientamento energetico si possono misurare i crediti di carbonio?

Dopo 12 mesi dalla fine dei lavori, tempo necessario per avere una visione complessiva delle stagioni, si ha un primo risultato che, dopo essere stato normalizzato, sarà convertito in crediti validi per dieci anni.

Inoltre, per migliorare la consapevolezza degli utenti riguardo ai loro consumi energetici, stiamo sviluppando un sistema che invia notifiche tramite un’app per informare gli inquilini se stanno superando i livelli stabiliti.

Per esempio, se un utente imposta la temperatura a 21 gradi, ma la mantiene a 24 gradi, riceverà un avviso riguardo all’aumento dei suoi consumi.

L’intento è quello di stimolare una maggiore consapevolezza per incoraggiare scelte più sostenibili e comportamenti virtuosi nel singolo: ridurre la quantità di energia si traduce anche in un risparmio economico e un potenziale guadagno, un contributo che aiuta a pagare la rata mensile del finanziamento per il passaggio di classe dello stabile.

 

Attualmente senza un finanziamento difficilmente una famiglia può sostenere l’onere della riqualificazione. Questo è ovviamente un grosso ostacolo, soprattutto con il ridimensionamento degli incentivi.

Il nostro ruolo è quello di facilitatori: spesso la transizione è ostacolata dalla mancanza di conoscenza sia tecnica che finanziaria. Abbiamo strutturato AgoràCondominio, un sistema di garanzia in cui tutti i processi sono stati ideati per adattarsi rapidamente ai cambiamenti in ambito fiscale e giuridico.

Si tratta di una proposta trasparente che supporta il finanziamento del 100% dell’importo dei lavori fino a dieci anni a interessi zero, con una serie di tutele. Infatti, oltre alla garanzia del risultato spiegato e concordato in assemblea di condominio, dove possiamo illustrare un eventuale passaggio di classe energetica per esempio da F a B grazie ai nostri interventi, forniamo ulteriori clausole di salvaguardia.

In che cosa consistono queste forme aggiuntive di tutela degli inquilini?

Innanzitutto la selezione di professionisti competenti e di imprese edili affidabili, parte del nostro ecosistema: grazie alla nostra esperienza nella gestione di oltre 3.700 cantieri abbiamo costruito relazioni solide con molteplici imprese del settore.

Che verranno pagate per la ristrutturazione solo dopo il completamento e il collaudo dei lavori: una procedura che rappresenta un cambiamento significativo nel mercato. In questo modo, se l’impresa fallisce a metà progetto o non esegue il progetto come previsto, non ci sono costi per il condominio fino a quando tutto non è stato sistemato.

Ma la nostra garanzia più innovativa è legata al risparmio energetico, da noi battezzata performance guarantee, ossia ci impegniamo ad assicurare un valore preciso di risparmio, per esempio, del 30%.

Questa assunzione di responsabilità si esplica nel monitoraggio dell’andamento dell’impianto progettato e, come effetto collaterale positivo, genera crediti di carbonio.

In sintesi, i principali elementi di validità del nostro intervento includono la garanzia della corretta progettazione e della realizzazione dei lavori da parte di imprese già verificate nel nostro ecosistema, il pagamento solo al termine dei lavori e la generazione di crediti di carbonio.

Crediti di carbonio

In sostanza, chi investe sul miglioramento energetico poi può vendere, attraverso degli strumenti finanziari, i risultati ottenuti per rientrare in qualche misura delle spese.

È così. Certo, bisogna tener conto che i crediti di carbonio sono di proprietà condivisa: nel contratto stipulato una parte spetta all’entità che sostiene la spesa o gestisce l’operazione. Questo significa che, su un valore totale del credito, l’80% sarà restituito al condominio, mentre il 20% sarà distribuito lungo la filiera.

E l’assemblea degli inquilini può decidere come procedere. Una delle opzioni che consigliamo è quella di vendere i crediti a un fondo che si è dichiarato disponibile ad acquistarli a un prezzo determinato al momento della transazione.

Certo, noi possiamo fornire un’indicazione, ma essendo una negoziazione bilaterale, il valore finale sarà stabilito in quel momento.

Quindi, anche il singolo inquilino o l’amministratore potrebbe collocare sul mercato questi crediti di carbonio?

Non ci sono vincoli: il condominio rimane il proprietario del credito. Ma sarebbe difficile per un privato gestirne la vendita senza le competenze necessarie e senza accedere a registri specifici.

In questo senso noi svolgiamo il ruolo di operatori specializzati, impegnandoci con un contratto a gestire il credito per dieci anni e a cercare la migliore quotazione possibile: operiamo in un mercato volontario, è necessario trovare un’impresa disposta a comprarli.

Inoltre, c’è la possibilità di mantenere questi crediti a magazzino: il condominio può decidere di non procedere immediatamente alla commercializzazione ma di annotarli in un registro con un codice univoco associato all’intervento di riqualificazione.

Proprio come si fa con le azioni, si può decidere di tenere il credito nel proprio portafoglio per uno, due o tre anni. Non c’è alcun obbligo di transazione.

E cosa succede ai crediti non venduti?

Il meccanismo funziona in modo simile al mercato azionario e attraverso Harley&Dikkinson gestiremo questi crediti per dieci anni. Abbiamo già coinvolto P&G, una Sgr (società di gestione del risparmio ndr) che ha esplorato il possibile ruolo di un fondo di investimento dedicato all’acquisto, alla gestione e alla commercializzazione dei crediti di carbonio.

Durante l’assemblea condominiale annuale, l’amministratore potrebbe comunicare che ci sono 100 tonnellate di crediti di carbonio disponibili e che è arrivata un’offerta dal fondo per acquistarle a 50.

A quel punto, i condomini possono scegliere se vendere subito o attendere in vista di un possibile aumento del valore nel tempo. Insomma, questo mercato diventerà sempre più interessante e si amplierà con l’ingresso di nuovi attori.

di Monica Battistoni

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