Quale illuminazione condominiale scegliere?
Quale illuminazione condominiale scegliere
E la luce fu. Ma era a incandescenza o led? Se la Bibbia fosse stata scritta adesso l’interrogativo (forse) sarebbe entrato nelle Sacre scritture. Invece, il dubbio assale l’assemblea di condominio che si trova a sostituire le vecchie lampadine, oppure a considerare offerte commerciali, magari da pagare a rate. Un faretto led, infatti, consuma poco, ma le lampadine a lunga durata sono piuttosto care. Per esempio, un bulbo da 40 watt equivalenti può costare da 4 a 40 euro. Non poco, ma il vero costo andrebbe spalmato sulla lunga vita della lampadine, che è stimata in 15 anni. Se consideriamo, per esempio, un ipotetico prezzo di 12 euro, il costo reale diventa 0,8 euro l’anno. Consideriamo, invece, una lampadina alogena da 55 watt equivalenti, cioè 42 watt reale, che costa (altrA ipotesi) 2,38 euro, ma è garantita solo per cinque anni. In questo caso il costo è quindi di 0,47 euro l’anno. In apparenza costa meno l’alogena.
Che cosa conviene scegliere quindi? Partiamo da una considerazione generale: oltre al prezzo iniziale, bisogna calcolare che una lampadina led consuma dieci volte meno di una luce vecchio tipo. Per intenderci: una lampadina led da 10 watt è equivalente a una vecchia lampadina a incandescenza da 100 watt. Premesso questo, è possibile anche calcolare quanto consumano i singoli punti luce della casa.
Come calcolare il consumo di una lampadina watt e alogena
Per conoscere il consumo di una lampadina, quella led per esempio, basta dotarsi di calcolatrice. Si parte dalla potenza elettrica. La lampadina da 40 watt equivalenti quanto a consumi reali è di 5,5 watt. Questo numero si divide per 1000: i watt diventano kilowatt. Dunque 5,5 : 1000 = 0,00055. Questa cifra si moltiplica per il numero di ore in cui la lampadina dovrebbe restare accesa. Per esempio, in un androne condominiale, dieci ore al giorno. In questo caso il risultato è 0,055, che equivale ai kilowatt ore (kWh) di elettricità utilizzata. Tenete sempre a portata di mano la calcolatrice e adesso moltiplicate i kilowatt ore per il costo dell’elettricità: in questo modo si trova quanto consuma la lampadina. È facile: l’Autorità per l’energia fissa il costo del kilowatt orario. Proviamo: 0,055 x 0,07319 = 0,00402545 euro. Poco più di 4 millesimi di euro è, quindi, il costo per dieci ore di utilizzo di una lampadina led durante il giorno. Se resta accesa, per esempio, per 330 giorni l’anno (arrotondando quando per qualche motivo non sarà utilizzata), la lampadina led in questione consumerà 0,0085085 x 330 = 1,32 euro l’anno, a cui si devono sommare 0,8 euro calcolati per l’ammortamento del costo iniziale. Il totale è 2,12 euro l’anno.
Facciamo ora la stessa operazione con la lampadina alogena. In questo caso 42 : 1000 = 0,042. Le ore di utilizzo restano le stesse: dieci. Quindi, 0,42 x 0,0739 = 0,012910716, è il costo per dieci ore di utilizzo diurno. Ora moltiplichiamo per gli stessi giorni: 330 x 0,012910716 = 4,26 euro l’anno. A cui si sommano 0,476 dell’acquisto. Il costo totale è, quindi, di 4,73 euro.
Come scegliere la giusta illuminazione
Dunque complessivamente le lampadine led consumano meno, ma bisogna fare attenzione alla qualità. Attenzione però anche a non scegliere quelle che hanno una luce troppo fredda. Per evitarlo, basta leggere sulla confezione la cifra relativa ai Kelvin, che è l’unità di misura della «temperatura» colore. Per avere una luce calda una lampadina deve avere meno di 2700 Kelvin. Inutile, inoltre, scegliere lampadine che non sono adeguate all’ambiente, con il rischio di doverne accendere più di una. Per la luce principale di una stanza sarà adeguata una lampadina da 100 watt, mentre un bulbo da 60 watt va bene per una luce in una piccola zona, come una lampada da tavolo, e una da 25 watt per il condomino.
LUCE LED
Il led è una sigla che sta per Light Emitting Diode, in italiano diodo a emissione di luce. È un dispositivo optoelettronico che sfrutta la capacità di alcuni materiali semiconduttori di produrre fotoni attraverso una fenomeno di emissione spontanea. Il primo led è stato sviluppato nel 1962 da Nick Holonyak Jr. Nel 2014 è stato assegnato il premio Nobel per la fisica ad Isamu Akasaki eHiroshi Amano della Nagoya University e a Shuji Nakamura dell’Università della California-Santa Barbara per le ricerca sul led a luce blu. Non tutti sanno che i led, colpiti da radiazione luminosa nello spettro visibile, infrarosso o ultravioletto (secondo il tipo utilizzato) producono elettricità esattamente come un modulo fotovoltaico. Questa particolarità rende possibile l’applicazione dei ledi per sistemi di ricezione di impulsi luminosi. Intorno a questa proprietà sono stati sviluppati molti prodotti industriali come sensori di distanza, sensori di colore, sensori tattili e ricetrasmettitori. Nel campo dell’elettricità di consumo, il sistema di comunicazione chiamato irDa è un esempio, proprio perché sfrutta appione queste particolarità.