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Comunità energetiche, le opportunità secondo l’Osservatorio Nazionale Condomini

Skyline di Milano

L’Osservatorio Nazionale Condomini sottolinea l’importanza delle comunità energetiche, descritte come il futuro dell’energia. Protagonista di questo moto, spiega l’Ossservatorio fondato dall’avvocato Nicola Ricci, è l’amministratore di condominio, che ricopre finalmente un nuovo ruolo di grande importanza.

Il decreto Rilancio, infatti, dà la possibilità soprattutto agli amministratori, di sostenere la causa dell’efficientamento energetico con l’agevolazione fiscale al 110%. E l’Osservatorio Nazionale Condomini, parte attiva come interlocuzione con organi parlamentari di rilievo, propone una formula per il supporto e la valorizzazione del mondo condominiale nelle comunità energetiche.

Produrre e condividere insieme energia elettrica proveniente da fonti pulite, come il fotovoltaico, è la vera filosofia del concetto di comunità energetiche, argomenta l’Osservatorio. Attualmente, rispetto agli altri Paesi europei, abbiamo dei numeri ancora bassi, ma la stima per il 2030 è quella di trovarci difronte ad uno scenario completamente diverso.

Per capire come funzionano esattamente, e cosa bisogna muoversi per farne parte, argomenta lOsservatorio, è necessario entrare nel dettaglio della definizione. Una comunità energetica è un insieme di consumatori associati, a livello locale, alla condivisione di energia pulita e rinnovabile. Uno scambio equo basato su un modello di produzione e distribuzione con valori di sostenibilità.

Nicola Ricci

Nicola Ricci

Una vera e propria innovazione contro lo spreco energetico, che trova forza nella condivisione a un prezzo favorevole di un bene comune ed essenziale. Qualsiasi cittadino, ricorda l’organismo dell’avvocato Ricci, può diventare parte di una comunità energetica, ed è questa la vera forza nel mercato. Per partecipare a una comunità energetica, quello che occorre è possedere un impianto fotovoltaico con accumulo. Questo vale sia per le singole case sia per i condomini.

Lo scopo di questo impianto è infatti proprio quello di immagazzinare, grazie allo stoccaggio interno delle batterie di accumulo, la parte di energia elettrica autoprodotta in più, utilizzabile in un secondo momento.

I vantaggi

I benefici per cui conviene creare delle comunità energetiche, sono diversi, aggiunge l’Osservatorio. Condividere dell’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili significa non solo rispettare i diversi fattori ambientali ma anche trarne vantaggi economici. Parliamo di tornaconto alla natura perché l’energia prodotta con fonte rinnovabili e poi condivisa, aiuta ad abbattere significativamente le emissioni di Co2.

Questo, ovviamente, contribuisce alla lotta contro il riscaldamento globale e ai conseguenti cambiamenti climatici. Le Comunità Energetiche inoltre, garantiscono al territorio una maggiore autosufficienza energetica, che tradotto porta ad un grande risparmio sui costi di importazione. Ma non solo, perché attraverso l’autoproduzione e la distribuzione interna di energia, tutti membri partecipanti di una comunità energetica, vedranno un grande abbattimento dei costi in bolletta.

Quindi, essere parte di una comunità energetica significa godere di grandi vantaggi, finanziari ed ecologici.

Trampolino di lancio

Le abitazioni condominiali, nota l’Osserrvatorio, sono la soluzione perfetta per condividere energia pulita ed entrare nel percorso del futuro. Un esempio pratico: i condomini decidono di realizzare un impianto FV centralizzato della potenza di 10kWp e di costituire un gruppo di auto consumatori. ll ricavo economico è nettamente quantificabile, in media, a un’intera bolletta elettrica risparmiata ogni anno per ogni membro della comunità energetica. Per questo, in un ambiente come quello condominiale esistono grandi potenzialità e questo porta il condominio ad essere il polo dell’efficientamento energetico.

Questo perché è già presente una comunità sociale e un amministratore di condominio che gestirà i rapporti tra membri auto consumatori e chi amministra l’impianto (per esempio, soggetti terzi come una Esco). I prossimi anni rappresenteranno dunque l’evoluzione, e la direttiva Red II che coinvolge nello specifico proprio il modello dell’autoconsumo collettivo nei condomìni, potrà estendere quei limiti che riguardano il perimetro, i membri e la taglia degli impianti che possono accedere a queste configurazioni. Un passo avanti che con un aumento del 20-30% porterà ad un potenziale di 6-9 GW entro il 2030.

Il ruolo dell’amministratore

È il ruolo degli amministratori di condominio a rappresentare la svolta e a sostenere la causa dell’efficientamento energetico. Come? Dando una spinta all’installazione di pannelli solari già incentivati con il superbonus 110% in un connubio perfetto. Chi amministra un edificio con più unità abitative, è consapevole dell’importante ruolo che è chiamato a svolgere nella rivoluzione dell’energia per i prossimi anni. La presenza massiccia di questa tipologia di abitazione, conclude l’Ossservatorio, sempre più diffusa in Italia e in Europa, è il motivo principale per cui i condomini saranno i veri protagonisti delle Comunità Energetiche. A parlare sono i numeri, che riportano oltre 1 milione di Condomini nel nostro Paese. L’obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere un gran quantitativo di abitazioni residenziali, per una crescita progressiva e orientata al risparmio energetico, attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili.

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Autore: giusepperossi

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