Che cos’è il principio maggioritario in ambito condominiale?
In ambito condominiale opera il metodo collegiale e vige il principio maggioritario. Ciò vuol dire che la volontà del condominio, una volta che siano stati integrati tutti i presupposti previsti dalla legge, ha un valore giuridico autonomo, non si sostanzia nella semplice somma delle volontà dei singoli condomini, ma acquista un valore collettivo, vincolante per tutti i partecipanti.
Il ricorso al principio maggioritario si rende necessario per consentire al condominio di funzionare correttamente. In forza di esso la minoranza dissenziente sarà tenuta a rispettare quanto deciso dall’assemblea.
Perché si parla di doppia maggioranza in condominio?
Esistono contrappesi per equilibrare la posizione della minoranza dei condomini. In particolare, il legislatore ha inteso contemperare le maggioranze numeriche frutto del voto espresso da ciascun condomino (cosiddetto voto per testa) con quelle derivanti dai millesimi di proprietà attribuiti a ciascuno di essi.
La scelta di un sistema di votazione misto, che comporta la necessità di tenere conto di una doppia maggioranza per l’approvazione delle deliberazioni, si spiega con la volontà di contemperare il numero dei condomini con il valore delle rispettive proprietà.
L’individuazione per legge delle maggioranze, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, mira dunque a evitare che la maggiore entità dei valori millesimali rappresentati da ciascun condomino possa attribuire alla volontà di quest’ultimo un valore preponderante e avere come effetto di soverchiare le volontà individuali degli altri soggetti appartenenti alla comunità condominiale. Dall’altro lato, si è voluto anche evitare che si formino maggioranze basate esclusivamente sul maggior numero di condomini pronunciatisi a favore di una certa deliberazione.