Bologna in pole per la riqualificazione energetica dei condomini
Anche Bologna, come molti comuni italiani, ha il suo Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes) con una serie di interventi. Uno dei più interessanti è progetto sperimentale nel settore edilizio avviato quest’anno a supporto degli edifici residenziali, che rappresentano la voce di maggiore consumo energetico e allo stesso tempo hanno le più elevate potenzialità di azioni migliorative. Infatti, nell’area metropolitana sono più di mille i condomini con impianti centralizzati e molti risalgono agli anni 60-70-80 con consumi annui tra i 170 e i 200 chilowattora per metro quadro. La loro riqualificazione, si tratta di immobili in classe G con bolletta energetica per famiglia che si aggira tra i 1.200 e 1.500 euro l’anno, porterebbe a un potenziale risparmio di oltre il 30% del fabbisogno energetico ed è di conseguenza è una priorità per l’attuazione del Paes. Già, ma come ovviare alle difficoltà di esecuzione dei lavori visto che si tratta di immobili privati? L’amministrazione locale ha predisposto un programma articolato in diversi punti: quello inziale della diagnosi energetica, offerta gratuitamente, su quattro condomini campione di 15-20, 40-50 e oltre 100 abitazioni dotati di impianti centralizzati e selezionati in base alla disponibilità di amministratori e condomini. Nelle fasi successive è stato redatto un piano di fattibilità con i possibili interventi di risparmio energetico, identificate possibili forme di copertura economica diretta ed indiretta per creare un modello un contratto di rendimento energetico con garanzia di risultato, da sottoporre alle ESCo (Energy Saving Company) candidate all’esecuzione dei lavori di riqualificazione e alle banche del territorio aderenti al Paes. Un coinvolgimento analogo a quello proposto del ministro Delrio, che non a caso è di Bologna. E infine, la discussione delle proposte nelle assemblee straordinarie di condominio entro l’autunno. Ecco un modo di affrontare la spinosa questione della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente in maniera concreta. Che, se dovesse funzionare, potrebbe diventare un modello di attuazione di politiche energetiche per altri comuni.